domenica 6 maggio 2012

Realtà che stridono

La repubblica, sabato 5 maggio 2012. Pag. 25.
Un enorme articolo pubblicizza una catena di supermercati-ristoranti che dovrebbero vendere carne alta qualità.
Non serve imbattersi in articoli così orrendamente pubblicitari sui quotidiani, anche la rete ne è piena. False promesse che vogliono dipingere le multinazionali come spargitrici di benessere. Ma queste realtà, sono due realtà che stridono.


Il binomio alta qualità e giganti della distribuzione è ridicolo. Come dire: è una tartaruga, ma corre.

Se hai il potere di creare negozi enormi, devi servire migliaia di persone. Per accontentare così tante persone devi spendere tempo, parecchio tempo. E soldi. Gli animali allevati in maniera tradizionale ci mettono mesi e mesi per raggiungere il peso necessario a essere buoni alla macellazione. Nutrirli con cibi naturali e e curarli con medicine omeopatiche aumenta il costo, di tempo e denaro. Non poterli stipare a centinaia di migliaia in miserabili capannoni significa allevarne un numero incredibilmente basso se comparato alle necessità del mercato attuale. Ciò va a influire sul numero di carne disponibile, che si riduce drasticamente. Se hai poca carne a disposizione, non apri un centro commerciale.
"Riduzione della catena produttiva -ci dicono- per questo abbattiamo i prezzi. Essendo di qualità, dovrebbe costare di più, ma non costa così tanto perché l'allevamento è qui vicino, a pochi km dal ristorante o supermercato". Ci dovrebbero essere centinaia e centinaia di pascoli meravigliosi a pochi km di distanza dal supermercato-ristorante per poter sfamare tanta gente e dare veridicità a questa affermazione. Secondo le tesi degli imprenditori faraoni filantropi, l'intera pianura padana dovrebbe essere una distesa felice di verdi praterie brulicanti animali trattati con tutte le sagge accortezze di un tempo. Ma voi, le avete mai viste queste? Io no. Si vedono per la maggior parte capannoni industriali. 
Per non parlare del denaro. 
La carne prodotta in maniera realmente sana non ha prezzi concorrenziali o sufficientemente concorrenziali. Costa. Costa molto, molto di più. Diciamo che un chilo di carne dovrebbe sempre costare più di 12 euro. Nei supermercati la carne te la tirano dietro. In questi luoghi descritti come oasi di qualità costa poco più che nei supermercati. Ancora non basta per convincere.

Chi alleva in maniera sana non riesce a darsi alla grande distribuzione, aprire ristoranti o supermercati. Per sua fisiologia naturale, produrre carne davvero di qualità abbisogna di molto tempo e denaro. Perciò, chi ha il coraggio e la forza ancora di farlo, rimane piccolo. Le risorse necessarie per essere fatto bene, sono enormi. In larga scala diventerebbero insostenibili se non con accorgimenti da zootecnica moderna.

Tanti (ma purtroppo pochi ancora) piccoli centri sono indizio positivo.
Pochi centri su larga scala puzzano di losco.

Le cooperative agricole vere, ormai poche, dove acquistare la carne, somigliano circa a questi luoghi:




non a questi...





Ma torniamo alla quantità di bestiame allevato. Abbiamo detto che deve essere molto, per forza: deve servire molta gente in poco tempo. Per farlo sono state selezionate razze che in pochi giorni acquistano la massa di un animale adulto normale. Tutto questo a scapito della loro salute, della loro capacità di difendersi dalle malattie. Il rovescio della medaglia. Tutto questo bestiame indebolito geneticamente, non essendoci le praterie mastodontiche necessarie a ospitarlo, deve per forza essere stipato. E quando si comprimono centinaia di migliaia di animali deboli in spazi ridottissimi, le malattie circolano. Circolano eccome. 
Ma i filantropi imprenditori ci dicono che i loro animali non vengono allevati con antibiotici (i maggiori organi di salute pubblica nazionali non sanno dire quanti antibiotici vengono somministrati quotidianamente agli animali perché non c'è modo di controllare queste operazioni. Ma il padrone delle multinazionali ci rassicura, ne è certo. Ma come fa lui a confermarlo quando non lo può sostenere neppure l'istituto superiore di sanità- dipartimento di veterinaria? Se neppure gli allevatori ormai sanno cosa danno da mangiare agli animali perché eseguono solo gli ordini imposti loro dal socidante?). A questo punto speriamo che gli antibiotici vengano davvero utilizzati, a mo' di garanzia, altrimenti quella carne si trasformerebbe in puro veleno!

Chi ha la fortuna di vivere in zone rurali si affidi a conoscenti che per passione allevano galline o maiali all'"antica". Chi può si rivolga a cooperative come le seguenti:
http://www.prober.it/  (Sono ottimi punti di appoggio anche per iniziare a chiedere dove trovare carne davvero di qualità).

Perché su Repubblica non si parla a piena pagina anche di queste realtà, o di mio zio che alleva galline la cui qualità di carne sono certo è fra le migliori del nostro paese? Forse perché non abbiamo i soldi per pagare il giornale e perché il giornale non è interessato se non fa notizia.



Come sempre in questo spazio si parla poco di concretezza e molto di sogni e utopie. Ma i sogni di oggi sono stati la realtà del domani in molte epoche e civiltà. Sogno supermercati e ristoranti vuoti di carne, perché di quella robaccia non se ne vende più un grammo. E poi sogno nascere piccoli supermercati che pagano gli allevatori tradizionali, ormai gli unici "autorizzati" dalle nostre abitudini a vendere quel tipo di cibo. Così, solo così, si andrà a valorizzare davvero la qualità. Il business su larga scala alimenta solo la corsa dei mercati a crescere, crescere e crescere. E le mucche, i polli e i maiali gonfiati come palloni sanno cosa significa crescere a dismisura.

Alcune delle informazioni le ho pescate QUI. Un'inchiesta che vale la pena vedere. Per smascherare le bugie, direi che la formula magica più facile è composta da un pizzico di informazione e quattro spanne di buon senso.


Non sono gli imprenditori che ci salveranno. Ma noi stessi. Con le nostre scelte personali, mirate e quotidiane.
Il mercato sei tu, io e tutti gli altri. Non le leggi della crescita dell'economista di turno.



La verità è proporzionale a quanta gente ci crede. I faraoni lo sanno.

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1 commento:

  1. guarda che da Eataly la carne costa come dal gioielliere, e quando la cucini ti rendi davvero conto della qualità, come per la maggior parte dei prodotti che vendono!!!
    ...e poi rispetto allo schifo che fano le grandi catene "convenzionali" vedi qui: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/399347/)
    ci vuole davvero poco a vendere prodotti di qualità!!!

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